Simone Cristicchi, la ricerca della felicità

“Dalle tenebre alla luce” riflette su una chimera inseguita dall’essere umano anche in questi tempi distratti e frenetici. L’album mette a frutto le numerose ed eclettiche attività teatrali dell’artista, oltre ad elogiare l’amore concreto e non idealizzato.


“Credo che non sarà la bellezza a salvare il mondo ma siamo noi che dobbiamo salvare la bellezza”. Questa frase serve a spiegare il recente lavoro di Simone Cristicchi, che ha trovato da anni nel teatro la sua dimensione più congeniale, ma che è nato e cresciuto con la musica, il robusto filo conduttore di tutti i suoi progetti.

“Il clandestino”, brano legato all’omonima serie tv Rai con protagonista Edoardo Leo, apre l’album dalla parte degli emarginati, anche se è con “Cerco una parola” e “Cade” che arrivano la prime vere scossa emotive, gli inviti a coltivare bellezza e profondità nonostante le sconfitte quotidiane e la rassegnazione che ci colpisce.

L’amore che Simone Cristicchi e Amara stanno vivendo ha ispirato “Un altro noi” e “Le poche cose che contano”, elogi della complicità, alla concretezza umana quando si sposa con una visione non materialista e arrivista.

“Credo che la lingua di Dio sia il silenzio, il suo corpo la natura” è una delle riflessioni nel profondo monologo contenuto in “Credo”. La ricerca di una felicità autentica, in quanto motore pulsante dell’essere umano, è il tema centrale dell’album, perchè tutti noi, in quanto unici e irripetibili, non possiamo che ambire a una felicità personale che rispecchi la nostra visione della vita.

Ecco perché non può esistere “una sola” felicità, ma sette miliardi, una diversa per ogni abitante consapevole di questo pianeta, quella raccontata nella canzone “Sette miliardi di felicità”, uno scatenato samba che ci permette anche di ballare. Nel video del brano Cristicchi fa festa con i bambini della Bandacho Primary School, in Kenya, dove si era recato per visitare alcuni progetti Amref.

San Benedetto da Norcia scrisse “Solo nella notte oscura brillano le stelle”, il nostro compito è riuscire ad intercettare tutto ciò che brilla nell’oscurità, riconnettendoci alla parte più autentica in noi, possiamo trovarla nell’altro come ne “I tuoi occhi”.

“Tornasole” è ispirata a Maria Sole, una bimba volata in cielo a otto anni e che Cristicchi aveva omaggiato in un concerto al Monte Amata nel 2018 per raccogliere i fondi per l’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

Nell’album sono presenti estratti già portati sul palco in spettacoli come “Franciscus – Il folle che parlava agli uccelli” e “Paradiso – Dalle tenebre alla luce” in cui affronta il poema dantesco con il suo originale, poetico punto di vista. Il brano “Accade”, composto da Amara, comprende anche, nella seconda parte, il recitato di Cristicchi della poesia di Marco Guzzi “L’ultima lezione”.

L’occhio di Dio che appare nella copertina dell’album, catturato da Andrea Arbizzi in una notte d’estate, è uno degli esempi più spettacolari di nebulosa planetaria creata da una stella morente, a dimostrare quanto anche una stella che ha cessato di brillare, lascia nello spazio infinito la sua firma luminosa.

“Dalle tenebre alla luce” racconta tutto questo, delle nostre rinascite dopo la morte, della purificazione passata per la sofferenza, esattamente come la vicenda dantesca ha portato il protagonista a raggiungere il Paradiso, e come noi siamo portati, nonostante i nostri limiti, ad aspirare a quel concetto astratto e sfuggente di felicità.

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Fabio Alberti

 

 

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