Lady Gaga, follia e tradizione

“Harlequin” è un omaggio al canzoniere americano del ‘900, in parte legato al film “Joker: Folie à deux” e ai suoi progetti insieme a Tony Bennet. I due inediti “Happy Mistake” e “Folie à Deux” ben si iscrivono in un progetto classico e spericolato al tempo stesso.


Presentando il nuovo album e il film che la vede protagonista insieme a Joaquin Phoenix, Lady Gaga ha rimancato quanto l’idea della doppia identità sia sempre stata presente nel suo modo di fare musica.

Il creare personaggi ed estremizzarli, dare voce all’oscurità, al disagio e nello stesso tempo fare intrattenimento nella maniera più spudoratamente pop, la rende unica nel bene e nel male, perchè chi la apprezza o la detesta lo fa più o meno per gli stessi motivi.

“Harlequin”, anche se è ufficialmente un disco di cover, contiene l’impronta di Lady Gaga in ogni traccia, sia per le rienterpretazioni, le strofe aggiunte, gli arrangiamenti, oltre ad essere stato interamente prodotto da lei insieme a Benjamin Rice.

Alla larga i puristi, perchè se l’album può essere considerato da un lato l’ideale continuazione dei progetti “Cheek to Cheek” e “Love for Sale” insieme a Tony Bennet, dall’altro è un contemporaneo elogio alla follia nonostante i brani siano considerati “classici”.

L’apertura riservata a “Good Morning” (che ricordiamo dagli anni ’30 in “Singing in the rain”) e “Get Happy” ci rivela il clima allegro e l’inaspettata serenità che si respira, come se la musica nel film facesse da contraltare all’oscurità e all’inquietudine nella mente dei protagonisti.

Arrangiamenti orchestrali, tanti fiati, echi di gospel anche nella classica “Oh when the saints” che assume un significato più folle legata a Joker ed Harley Quinn, mentre la quasi intoccabile “Close to you” è audace e piacevole in questa versione un po’ velocizzata.

Inciso negli studi di Rick Rubin a Malibu, dove in giardino è parcheggiato un vecchio tour bus di Bob Dylan, “Harlequin” diventa un po’ più riflessivo da metà scaletta, a partire dalla celeberrima “Smile” di Charlie Chaplin trattata coi guanti, a seguire il pezzo manifesto “The Joker” che ci porta su territori rock e”Folie à Deux”, scritta completamente da Lady Gaga, un valzer che ci porta nella magia del mondo Disney.

Il filo conduttore del progetto è la parabola del clown triste, della donna di spettacolo egocentrica e allegra ma che ha momenti di depressione, quanto di più vicino a quello che Lady Gaga ha sempre raccontato di sè.

In “World on a String” c’è il racconto di una ragazza innamorata, ma in questo contesto la sensazione è che qualcosa di brutto stia per accadere. Prima della chiusura con la classica “That’s life” (cavallo di battaglia di Frank Sinatra) c’è spazio per “Happy Mistake”, dove ritorna quella figura di “ragazza interrotta” che sa riscattarsi celebrando il suo disagio sul palco, trasformandolo in gioia e liberazione. Perchè si può parlare di sè con le proprie canzoni ma anche con quelle di altri.

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Fabio Alberti

 

 

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