Eminem chiude un’era

“The Death of Slim Shady (Coup de Grâce)” è la resa dei conti finale tra il rapper e il suo alter ego scorretto, un flusso di coscienza “vecchia scuola” di un artista consapevole della sua età adulta e dei cambiamenti in essere nella cultura americana.


Gli anni passano, la società si trasforma, cambia il linguaggio e ciò che socialmente è accettato, i giovani si prendono la nuova scena. Marshall Mathers in arte Eminem oggi è un uomo di 51 anni con un passato tormentato che ha saputo riscattare grazie alla musica, ora con una vita da papà e un ruolo nel mondo musicale sempre più messo in discussione a causa del politicamente corretto, della “cancel culture”, o del modo in cui vengono percepite oggi iperboli letterarie e ironiche che colpiscono ogni tipo di minoranza o diversa abilità.

Per trovare una nuova chiave di comprensione l’unica soluzione è morire per poter rinascere, per questo lo scorso 13 maggio sul Detroit Free Press è stato pubblicato un falso necrologio in cui si annuncia la scomparsa di un “controverso rapper” noto come Slim Shady, l’alter ego misogino, razzista, sessista e maleducato di Eminem.

A questo si è aggiunto un simpatico trailer online, in cui un giornalista, in diretta dalla scena del crimine per un finto tg, raccoglie la testimonianza del rapper 50 Cent riguardo alla morte di questo discusso personaggio.

Con la collaborazione, tra gli altri, del suo mentore e produttore storico Dr.Dre, “The Death of Slim Shady (Coup de Grâce)” è la cronaca di questa fine, un concept album attraversato da parole ironiche, violente, deliranti, con musiche e suoni che volutamente richiamano un Eminem storico e classico.

Il primo singolo “Houdini”, che riprende “Abracadabra” della Steve Miller Band. contiene diverse autocitazioni e affronta temi scottanti come l’incidente della sparatoria di Megan Thee Stallion del 2020, oltre ad argomenti che ricorrono in maniera ossessiva in tutto il disco come la censura, il politicamente corretto e la cultura della cancellazione.

Non a caso il brano si apre con la voce di Paul Rosenberg, storico manager di Eminem, che lo invita a cambiare il contenuto del testo, lui risponde mandandolo al diavolo e trasformandosi in illusionista per sparire all’occorrenza.

“Tobey”, insieme a Big Sean e BabyTron, fa riferimento al Tobey Maguire che si diventa Spiderman nella saga di Sam Raimi, per uno scontro di rime irriverenti al fulmicotone.

Ma a parlare è Eminem o Slim Shady? Su questa linea di confine viaggiano tutte le 19 tracce del disco, a partire da “Renaissance” che fa a pezzi la critica musicale, “Habits” e “Antchrist” sono attacchi frontali alla Generazione Z, i pronomi di genere e i coming out, in “Lucifer” ritorna il pessimo rapporto con sua mamma.

Nella controversa “Road Rage”, usando l’esempio di Lizzo, analizza quanto un certo attivismo social contro bullismo e body shaming porti le presunte vittime a potersi permettere poi qualsiasi comportamente deplorevole. In “Guilty Conscience 2” Slim Shady affronta Eminem, chiedendogli perché non affronta più vari argomenti controversi. La situazione degenera in un violento litigio, Eminem alla fine spara e uccide Slim, ma non è tutto come sembra.

La riflessione si fa spazio in brani come “Evil”, dove approfondisce i momenti difficili della sua vita, “Temporary”, è dedicata alla figlia, qui la melodia cantata da Skylar Grey si alterna alle riflessioni di Marshall che si sente in colpa di non essere un bravo padre.

Il disco si chiude con “Somebody Save Me”, una ballata in cui ricorda i suoi tempi della tossicodipendenza, di cui si è amaramente pentito. Divisivo come tutti i liberi pensatori sanno essere, Eminem oggi è lontano dalle irrangiungibili vette raggiunte dai suoi primi tre album, rimane un mago funambolo delle rime ma questo concept, a volte troppo ripetitivo e monotematico, ci rivela anche quanto sia necessario, in un futuro prossimo, un cambiamento ed un’evoluzione dei suoi argomenti e della sua musica.

Ucciso Slim Shady, la nuova sfida di Eminem sarà parlare alle nuove generazioni (sempre che lo vogliano ascoltare) senza il rischio di essere continuamente frainteso e di montare polemiche inutili, di chiarire una volta per tutte alcuni suoi lati oscuri. Non finisce qui, ne siamo certi.

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Fabio Alberti

 

 

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